La prova

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    Quando una persona eseguiva un'azione, questa portava spesso a delle conseguenze. La cosa curiosa era che, pur mirando allo stesso fine, se si compievano azioni diverse, i risultati potevano essere assai differenti. Si trattava di un concetto noto come strategia. Era importante saper prendere le scelte giuste, così come capire quando fosse il caso di intraprendere una battaglia e quando fosse il caso di ritirarsi, se l'impresa si fosse presentata difficile.
    Chissà se Artemide, se avesse giocato meglio le proprie carte, avrebbe evitato la punizione?
    Per alcuni giorni era stata rinchiusa in una cella. Fortunatamente non le erano stati negati né il cibo, né l'acqua, eventualità tutt'altro da escludere in un ordine di persone dedite al Lato Oscuro.
    Era già sveglia da qualche ora, quando la ragazza udì la porta della cella aprirsi. Dietro essa trovò il proprio maestro.
    Seguimi, apprendista.
    Disse costui.
    Devo capire una cosa, riguardo il comportamento da te tenuto nell'ultima missione.
    Spiegò, percorrendo i corridoi.
    Rimani in silenzio, finché non saremo arrivati a destinazione.
    Quindi varcò una porta, che conduceva all'esterno.
    Ho pensato a una piccola prova a cui sottoporti. Niente di complicato.
    Ovvio che se Artemide avesse avuto difficoltà all'inizio, non avrebbe bendisposto il maestro per le fasi successive.
    Costui quindi si avviò verso un trasporto.
    Andremo in orbita.
    Perché in orbita? Forse la ragazza avrebbe potuto fare delle ipotesi a riguardo.
     
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    Kyra Ston

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    Per la durata della sua permanenza nella cella, Kyra si era limitata a bere con moderazione, come ad iniziare un proprio percorso punitivo e rimase per tutta la permanenza in meditazione, fino all'arrivo del Maestro che la accompagnò al trasporto mentre veniva spiegata sommariamente l'idea per la verifica della sua situazione. Artemide aveva meditato e pensato a lungo a cosa fosse successo su quel pianeta ed alle motivazioni sulle scelte che aveva compiuto. Stava forse diventato "buona"? Si era lasciata in qualche modo manipolare dai suoi sentimenti o dalla situazione? A ripensarci forse l'unica pecca che riusciva a trovare era voler far un'ottima impressione per la missione, si era lasciata trasportare da pensieri "alternativi" e vi aveva visto una possibilità di far colpo per le sue capacità. Indubbiamente il colpo era riuscito, ma ora aveva anche insinuato il dubbio della debolezza nel suo Maestro e probabilmente la prova si basava proprio sulla "scelta" del suo pensiero, del suo essere e della sua persona. Alla fine era curiosa anche lei di capire se quell'episodio fosse una debolezza che poteva colmare o l'inizio della sua caduta nell'orrendo lato "chiaro", il male di quella galassia
     
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    Il maestro, seguito dall'altro cavaliere, salì sul trasporto. Questo, poco dopo, decollò, iniziando a salire sempre più, fino a superare l'atmosfera e a impostare una rotta non più in salita, rispetto al mondo. A poco a poco la ragazza notò un puntino attraverso gli schermi della nave. Mano a mano che si avvicinarono, questo si fece più grande, fino a che non fu chiaro che si trattasse di una corvetta. Poteva intravedere anche delle armi, montate su di essa.
    Sufficientemente vicini, la si poté facilmente identificare come una nave di classe consular. Una di quelle convertite a navi da guerra.
    Il trasporto attraccò e il maestro e Artemide salirono a bordo. Per i corridoi c'erano dei soldati e diversi cavalieri di ren. Non passò molto che il maestro si avvicinò a due uomini umani, ammanettati e con le braccia alzate. Le manette infatti erano state messe in modo che i due fossero tenuti fermi a dei tubi che scorrevano lungo il basso soffitto.
    Il maestro si fermò, guardandoli un attimo.
    Questi pirati hanno attaccato una flotta dei cavalieri di ren. Questo delitto si paga con la vita.
    I pirati dovevano aver fatto un errore di valutazione, non capendo chi stavano attaccando.
    Esegui la sentenza, Artemide.
    Disse, passandole la spada laser.
    Avevate detto che ci avreste risparmiato la vita, se ci fossimo arresi.
    Gridò uno dei due.
     
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    Kyra Ston

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    Artemide non era sicura di cosa potesse essere la prova che l'aspettava, ma tra l'idea di rovine oscure, prove fisiche o giochetti mentali, quella di due pirati era forse la più congeniale che le potesse venire in mente. Mentre il Maestro esponeva la loro colpa e la loro sentenza, l'apprendista era in attesa del suo momento, che arrivò quando le venne passata l'arma lucente. Aveva una voglia ardente di rispondere a quella mancanza di rispetto, voleva rendere eruditi i due morti della loro sorte, avrebbe voluto finirli con le sue mani mentre sentiva ed osservava la vita spegnersi nei loro occhi, ma in realtà le venne subito l'idea che sarebbe stato uno spreco di energie, uno spreco di risorse e uno spreco di pietà. Le venne in mente che nella sua precedente missione aveva sbagliato su una cosa in particolare: poteva salvare quel sensibile alla Forza senza dover scendere a patti con il nemico, con dei ladri e degli assassini. Più volte si era interrogata sul fato della feccia che aveva lasciato scappare, in un eccesso di zelo si era ammorbidita troppo ed aveva rischiato di far fare una figuraccia anche al Primo Ordine. In quel momento era in una situazione simile, ma non aveva alcun dubbio su da farsi: con un movimento fulmineo prese la spada lucente, la accese e cercò di decapitare i due con un solo colpo di laser. La lama era luce pura e la cauterizzazione delle ferite era praticamente certa: non doversi preoccupare di sangue ed altri problemi rendeva la questione ancora più facile, inoltre non era sua la nave ed anche avesse dovuto ripulire, non era certo il sangue il problema
     
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    Forse la prova sarebbe stata più facile del previsto o per lo meno lo sarebbe stato per la ragazza. Era noto che ad una come le, i criminali non piacessero e avesse più di un motivo per detestarli. Era però singolare il modo di agire che aveva avuto durante la missione, tanto che avevano spinto il maestro a voler fare delle verifiche, per accertarsi che l'apprendista non avesse agito in base alla clemenza, in quella situazione. Quindi era appropriato metterla sotto esame con lo stesso tipo di gente che aveva graziato.
    Quando i due videro la spada laser accendersi, si misero ad urlare, dicendo che non volevano fare quella fine. Artemide però li uccise in modo rapido e indolore e le loro teste rotolarono per terra.
    Questa era facile.
    Commentò il maestro. Anche se, erano venuti meno alla promessa di risparmiarli, si trattava pur sempre di due spregevoli criminali. A pochi sarebbe importato delle loro vite.
    Seguimi.
    E si fece strada verso una porta a pochi metri di distanza dal luogo dell'esecuzione. Dietro essa vi era un ragazzino all'incirca di quindici anni, ammanettato anche lui al soffitto.
    Che sta succedendo la fuori?
    Disse lui. Le urla dei due uomini lo avevano spaventato.
    Anche lui fa parte di quel gruppo di criminali, pertanto esegui la stessa sentenza.
    Il giovane li guardò.
    Che intendete fare?
    Gli vennero le lacrime agli occhi.
    Proprio però quando Artemide avrebbe dovuto ucciderlo, arrivò un sottoposto del maestro.
    Mi perdoni, mio signore. L'ordine Sith aveva detto che aveva bisogno di un particolare soggetto per i suoi esperimenti alchemici. Quel ragazzo avrebbe le caratteristiche giuste.
    La ragazza avrebbe potuto uccidere il ragazzino o fermarsi. Entrambe le azioni non avrebbero scaturito sospetto. Se avesse eseguito la sentenza, avrebbe potuto facilmente sostenere di non essere riuscita a bloccare il proprio movimento, mentre brandiva la spada laser.
     
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    Kyra Ston

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    Artemide stava per calare lo stesso colpo riservato ai due criminali di poco prima, quando un sottoposto parlò al Maestro di qualcosa in particolare, suo malgrado aveva sentito e l'esecuzione del ragazzo venne al momento sospesa. Non aveva idea se il Maestro avesse già individuato nel ragazzo le caratteristiche che lo rendevano idoneo ai suoi esperimenti, ma il dubbio che quella particolare persona potesse essere utile in altri modi si era insinuata in Artemide «Non credo che questo sia l'unico ragazzo con simili caratteristiche, ma ignoro l'importanza e l'urgenza di simili esperimenti: spetta a lei Maestro enunciare se il ragazzo è più importante come cavia rispetto all'esecuzione della sentenza» in definitiva era il suo maestro ad avere in mano tutte le carte per capire se il ragazzo doveva morire in quel preciso momento. momentaneamente la mano di Artemide si fermò, ma non spense la lama laser, rimanendo pronta ad eseguire l'ordine che avrebbe ricevuto. Forse per il ragazzo sarebbe stato meglio morire immediatamente, perchPé quegli esperimenti alchemici avevano tutta l'aria di essere peggiori delle torture e dai risultati peggiori della morte, non lo invidiava affatto, ma se era lì in quel momento era solamente per la sua stupidità e debolezza, non per un banale incidente
     
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    Il disegno della Forza era difficile da interpretare. Talvolta si poteva credere che eventi casuali avessero un qualche significato, altre si ignoravano i messaggi che questa dava, scambiandoli per semplici coincidenze. Ciò che stava accadendo in quel momento aveva un qualche senso? L'arrivo del collega, voleva dire che forse vi erano speranze per il ragazzo? Che fosse tutta una messa in scena ad opera del maestro, per vedere come avrebbe reagito Artemide?
    L'uomo parve pensarci un attimo. Effettivamente aveva appena rimediato una figuraccia con i militari, non sarebbe stata una cattiva idea rimediare, portando a un altro ordine della propria fazione, ciò che stavano cercando.
    Direi che possiamo accontentare i sith. Tanto, non cambia molto. Sarai tu, però, a consegnarlo, Artemide.
    E se invece sarebbe potuto cambiare?
    Ora seguimi.
    Continuò lui, per poi avviarsi verso un'altra sala. C'era un poco di fermento a bordo: sembrava che uno dei prigionieri mancasse all'appello.
    Intanto il cavaliere di Ren e la sua apprendista, giunsero a una sala di controllo. Vi era una console con molti comandi e alcuni scremi, attraverso i quali si potevano vedere decine di prigionieri, nella stiva, tutti ammanettati in alto, su tubi e cavi.
    Il resto dei prigionieri dovrebbe trovarsi qui. Uccidili tutti. Fallo come preferisci: puoi usare i comandi per far passare nelle scariche in quella zona oppure puoi alzare o abbassare la temperatura. Se preferisci, puoi anche andare lì personalmente e giustiziarli uno ad uno.
    Quella parte della consisteva nell'uccidere in massa dei prigionieri.
     
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    Kyra Ston

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    L'apprendista fece un singolo segno di approvazione mentre si proseguiva lungo i corridoi fino ad arrivare alla sala di controllo dove altre persone erano in attesa del loro destino, mentre il Maestro elencava i possibili modi per terminarli. Artemide era pensierosa su cosa avrebbe potuto scegliere «giustizziarli uno ad uno sarebbe uno spreco di tempo, così come aspettare che la temperatura li possa uccidere, senza contare che un aumento sconsiderato potrebbe provocare un incendio. Direi che un passaggio controllato di elettricità possa essere la scelta migliore per dispensare la giustizia a quel gruppo di prigionieri» finito di enunciare le sue idee, si adoperò per eseguire il suo pensiero e folgorare tutti i presenti di quella stiva con una scarica tale da non aver speranza di soravvivere, certo non voleva mettere in pericolo tutta la nave con qualche squilibrio energetico, quindi cercò di prendersi il tempo per eseguire un buon lavoro e mantenere uno standard di sicurezza accettabile per tutti gli altri «mi perdoni la domanda, Maestro, ma il fuggitivo sarà la prossima prova?» aveva sentito il fermento che era scatenato dalla mancanza di un prigioniero, quindi era logico pensare che una delle sue prossime prove prevedesse la possibilità di rintracciare ed eliminare il fuggiasco
     
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    Riguardo alla scelta, Artemide diede prova di grande razionalità. Altre persone si sarebbero fatte guidare dal sadismo o dai gusti personali, lei invece optò per la decisione più rapida e meno pericolosa per la nave. Talvolta scelte dettate dal piacere di far soffrire gli altri avevano portato alla sconfitta, dato che gli avversari avevano potuto sfruttare gli errori di una cattiva strategia per trovare un modo di sfuggire da una situazione in cui tutti li avrebbero dati per spacciati.
    Dopo aver scelto le modalità dell'esecuzione, Artemide chiese se cercare il fuggitivo fosse un'altra parte della prova. Il maestro fu dapprima stupito, poi percepì qualcosa.
    Si voltò all'istante, accendendo la spada laser. A molti sarebbe potuto sembrare un gesto inspiegabile, eppure poco dopo fu udito il suono di due colpi di blaster, prontamente deviati dall'arma rossa.
    Dal capo opposto era apparso un umano, dalla lunga barba e con in mano una pistola. Probabilmente usata nel tentativo di colpire i comandi, per salvare i propri compagni.
    Il maestro ebbe chiaro il significato di ciò che aveva sentito. Come aveva affermato Artemide, la prova non era ancora finita, come di si sarebbe potuti aspettare e lui se ne stava rendendo conto in quel momento.
    Con un rapido gesto della mano, il maestro usò i propri poteri per spingere indietro il fuggitivo, costui cadde a terra e la pistola andò persa.
    Feccia.
    Disse lui. Mentre si apprestavano ad arrivare alleati per catturare l'elemento dell'equipaggio che era riuscito a fuggire.
    Non interferite.
    Urlò il maestro, facendo tornare gli altri al loro posto. Ormai tutto gli era chiaro. Aveva previsto che la prova si fosse conclusa con l'esecuzione di tutto l'equipaggio, eppure ci sarebbe stato un altro compito per la ragazza. Qualcosa non pianificato da lui, ma senza il quale la prova sarebbe stata incompleta. Già, lo sentiva. La prova esigeva quella fase, non era il maestro a controllarla più, la situazione in cui si erano trovati si era presentata da sola, per testare Artemide.
    Il comandante dei pirati si rialzò.
    Sì, feccia. Per te non sono altro che spazzatura. Qualcosa che tu devi epurare, in quanto portatore della giustizia.
    Disse l'uomo, ridendo.
    Un tempo ero esattamente come te. Credevo di essere io il giusto, il ribelle che combatteva per la giusta causa. Il male erano sempre gli altri, i nemici. Non era mai tra noi il male. Ho compiuto le peggiori nefandezze, convinto che tutto quel che facevo fosse giustificato dai miei scopi. Alla fine però sono diventato io stesso il male, la feccia.
    Ora era tutto chiaro al maestro. Le parole che stava pronunciando il comandante non dovevano essere casuali. Artemide avrebbe dovuto fare i conti con essi. Era questo ciò che stava pretendendo la prova, era questo il suo volere.
    Alla fine me ne sono reso conto. Credi di essere diverso da me? In te vedo il me del passato.
    Di'sse l'uomo, per poi tirare fuori un coltello e caricare i due.
    Finiscilo, apprendista.
    Ordinò il maestro, annoiato.


    Allora, il png ha una passiva che gli permette di non far percepire direttamente la sua presenza ai sensibili della Forza.

    La tua pg può uccidere il comandante autoconclusivamente.
     
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    Kyra Ston

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    Artemide ci aveva visto lungo, era riuscita ad indovinare esattamente quello che sarebbe successo nei momenti successivi al lro precedente dialogo. Questo poteva significare una notevole inventiva e capacità di analisi, ma soprattutto una potente connessione con la Forza. Sotto l'elmo vide il Maestro deviare i colpi e parlare con il fuggitivo, che ebbe dure parole verso di loro ed il loro operato. Erano parole profonde, dettate dall'esperienz e non erano solamente vuoti insulti di una fazione rivale, in qualche modo le parole di quell'uomo erano addirittura vere, mentre con la sua lama caricava per combattere non solo a parole. Artemide si fece avanti, ma non si oppose alla carica dell'uomo, si opose invece alle sue parole «le tue eresie sono sciocchezze e deliri, se sei qui, ora non sei mai stato né come il Maestro né come me» fu la sua prima risposta, mentre la carica delluomo avanzava inesorabile ed Artemide ancora non si stava difendendo «Noi non siamo ribelli! Noi combattiamo la follia di un organo pseudogovernativo che con la sua corruzione, malvagità, inefficenza e ciecità ha ucciso migliaia di persone» un'altra risposta, ancora una difessa solamente verbale, l'uomo oramai così vicino da sentire l'odore di Artemide «Il Primo Ordine è la cura che tramite il controllo, la determinazione, il rigore e la Forza epurerà la vostra immonda presenza a vendetta e giustizia di tutte le persone che avete ucciso nella ciecità e nel silenzio della vostra arroganza» l'uomo affondò la lama dentro Artemide in una possente stoccata che la donna era però pronta a ricevere e dopo l'affondo una mano bloccò l'attaccante per farlo rimanere esattamente davanti a lei, faccia a faccia. La mano libera andò a toccare i comandi di rilascio della maschera che non aveva mai tolto dal giorno che era diventata apprendista. Un rumore secco di metallo e una serie di sbuffi precederono l'apertura del casco, che finì poi a terra la faccia di Artemide viso a viso con l'uomo ribelle «io mi chiamavo Kyra Ston, vittima della ciecità ribelle e della vostra stupidità, del vostro orgoglio e della vostra inefficenza. Ero una bambina come tante, con una famiglia così comune da non fare eco nella galassia, divorata dai vostri complici banditi. Ora sono Artemide, apprendista Cavaliere di Ren, portatrice di vendetta e giustizia per ogni errore che la vostra ciecità ha generato» il viso d Artemide non era più né quello di una ragazza né quello di una inerme fanciulla. La spada laser che ancora aveva in pugno si accese puntata al petto dell'uomo, trapassandolo senza alcuna fatica nello stupore dell'attimo, pi con un movimento trapassò l'addome del malcapitato e lo divise in due, lasciando la lama ancora dentro Artemide mentre le due estremità dell'uomo cadevano insieme alla sua vita. La donna guardò il pugnale e lo estrasse lentamente «vorrei tenerlo come monito» disse in generale, mentre i suoi occhi senza più filtri e ostacoli cercavano quelli del Maestro. Forse aveva capito cosa aveva generato il problema della sua "crisi": aveva preso le distanze dalla sua natura, indossando quell'elmo aveva chiuso fuori tutto quello che l'aveva creata, invece doveva abbracciare il suo dramma ed usare il dolore che generava come forza motrice della sua avanzata
     
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    A volte gli eventi potevano determinare il percorso che una persona intraprendeva. Talvolta cambiarlo, quando questo sembrava predeterminato o deciso da lungo tempo. Ciò valeva per la ragazza e per molte altre persone, anche se non sempre ciò capitava. C'era chi aveva la fortuna di trascorrere sempre una vita serena e c'era chi doveva affrontare continuamente eventi turbolenti e non aveva avuto la possibilità di trovare qualcosa che gli mostrasse che vi fosse qualcosa di diverso al mondo che aveva sempre conosciuto.
    Artemide ascoltò il discorso del pirata e rispose, anche avendo un coltello nella carne. Il discorso da lei fatto aveva una sua logica, sebbene alcuni avrebbero potuto contestare che stesse facendo lo stesso tipo di errore, solo non prendendo la strade della ribelle, ma di colui che fa rispettare le leggi.
    Dopo la risposta, finì il capitano. Chiese quindi di poter tenere il coltello.
    Certo.
    Rispose il maestro.
    Ti spetterà anche altro di quello che abbiamo trovato sulla nave.
    Aggiunse lui, per poi commentare quanto accaduto.
    Ora capisco perché hai agito così. Hai voluto dare la massima priorità al recupero dell'artefatto e ad assicurare a noi un nuovo apprendista. Temevo che queste fossero solo scuse, per mascherare un modo di fare che si addice al Lato Chiaro, ma oggi hai dato la prova che bob sia per tale motivo.
    Era questa la parte importante.
    Dato che le cose stanno così, la tua unica mancanza è stata quella di farci fare una brutta figura con il Primo Ordine. Vedi, se i tuoi alleati ti chiedono qualcosa, glielo devi dare.
    Certo, sempre di non avere una buona ragione per farli fuori tutti. Tuttavia, in quel caso non ne aveva avuto la necessità.
    Detto ciò, hai brillantemente superato la prova e puoi camminare a testa alta tra le nostre fila. Puoi tornare sul pianeta con la prossima navetta o quando vuoi. Hai il resto della giornata libera.
    Avrebbe avuto anche quello che le spettava, per aver concluso, tutto sommato bene, la missione che le era stata assegnata. Forse però, in quale momento la ragazza non doveva trascurare le cure mediche. Certamente all'interno della nave doveva esserci almeno una persona che era un medico, esperto a curare le ferite da arma da taglio.


    Se la tua pg desidera salvare il ragazzo di quindici anni, mandami un mp. Ti darò istruzioni per una scena autoconclusiva.

    Sblocchi le ricompense della missione, più altre due.

    Pugnale del monito
    Un pugnale che il cavaliera ha ottenuto durante una prova. Esso risveglia in lei un ricordo, riguardo la conversazione con il capitano dei pirati. Tale memoria ha risvegliato in lei un potere, che le permette di infliggere lo stato di stordimento a un nemico, a potenza media. Il potere non necessiterà di energia per attivarsi, ma che la ragazza si infligga, con il pugnale, una ferita di entità bassa.
    Tale effetto può essere utilizzato una vola per quest.

    Cristallo opaco
    Un cristallo che la ragazza ha ricevuto, dopo aver sostenuto una prova. L'oggetto è stato trovato a bordo della nave dove costei ha mostrato di essere al lato oscuro.
    Il cristallo ha la capacità di non rendere, chi lo terrà con sé, percettibile ad altri utilizzatori della forza che siano distanti da lui almeno cinque metri. Il cristallo opaco non funziona quando si è in combattimento.


    Fai il tuo post conclusivo.
     
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    Kyra Ston

    NARRATO, PARLATO

    Artemide inspirò per una volta l'aria che aveva attorno, per una volta senza filtri e respiratori: non gli piaceva. Mentre il Maestro si complimentava con lei e le spiegava dove aveva sbagliato nella sua missione precedente, lei si rimetteva il casco e chiudeva la serratura che lo manteneva incollato a se. Kyra era morta, questo lo sapeva, al suo posto era nata Artemide, ma come ogni "infante" era ancora ai primi passi e da buona novizia aveva avuto troppo zelo nella sua missione, finendo per scontentare gli alleati. Alla fine guardò quel pugnale e lo mise in uno degli alloggiamenti disponibili «grazie» fu la sua unica parola rivolta al discorso del Maestro: non le avevano creduto, ma non era arrabbiata per questo, forse a ruoli invertiti anche lei avrebbe sospettato che fosse scivolata nel Lato Chiaro ed era un pericolo che non poteva permettersi di sottovalutare perché l'uomo che aveva appena ucciso era il chiaro sintomo di una mente corrotta e distorta dalle bugie ribelli. Non aveva altro da fare su quella nave e quindi si diresse verso le sue stanze per meditare nel tempo libero cvhe gli era stato concesso
     
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