Un nuovo nemico

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    Cercare persone che potessero dare asilo ai capi del fallito colpo di stato non era stato semplice. Karix non cercava un rifugio tipo Nar Shaddaa, adatto alle pedine e alle persone disperate. Voleva che qualcuno desse lui ospitalità e gli garantisse un adeguato livello di sicurezza, così da non dover temere per la sua vita. Non era stato facilissimo, ma i risultati si stavano iniziando a vedere. Per quanto odioso potesse essere il suo esilio e quello di molti altri capi, sarebbe stato almeno confortevole. Sapeva che ci fossero altri che si illudevano di poter continuare la lotta, ma lui non aveva alcuna voglia di andare avanti. I suoi alleati su Geonesis adesso stavano facendo finta di osteggiarlo, per non cadere nei sospetti e raggiungere i suoi obiettivi era qualcosa che aveva deciso di rinunciare. Non tanto perché non tenesse a raggiungerli, ma perché il prezzo era troppo alto. Quindi avrebbe convinto prima o poi i suoi a demordere. Non era una persona da accettare rischi del genere per sua ambizione. Certo, c'erano persone che credevano che dietro la sua causa ci fossero chissà quali ideali, ma lui era consapevole che fossero menzogne.
    Il geonosiano aveva appena fatto visita ad uno hutt, in quale aveva dato la propria disponibilità a prendere alcuni capi sotto la sua ala. Ciò era incoraggiante. Si stava incamminando per le vie, quando sentì una voce provenire dalle sue spalle.
    Mio signore...
    Il primo pensiero fosse che si trattasse di un aggressore e d'impulso gli venne di fare un segno alle sue guardie del corpo, tuttavia riconobbe la voce. Quindi si voltò.
    Che cosa c'é?
    Domandò freddo.
    Ho buone notizie. Ha presente quando abbiamo scoperto chi fossero i mercenari che sono intervenuti? Siamo riusciti a individuare la loro base e al memento quasi tutte le loro forze sono occupare a sorvegliare la colonia.
    Era uno che ancora si illudeva nella vittoria.
    Ciò è irrilevante. Non abbiamo le forze per attaccarli.
    Rispose lui, sperando di concludere in fetta la conversazione.
    Di questo non si deve preoccupare. Ho parlato della casa al signor Posito. Ha detto che ha un'idea. Grazie al suo aiuto avremmo concrete possibilità di riprendere la lotta.
    Karix si infuriò
    Ti avevo detto o no di non diffondere informazioni riservate?
    Men che meno dirle a quel maledetto muun.
    Lo so, ma era qualcosa di troppo importante da non poter essere comunicato. Comunque, ha detto di avere un piano e che vuole parlare con lei.
    Fantastico, ora chissà cosa gli avrebbe chiesto per imbarcarlo di nuovo in quell'impresa o magari avrebbe cercato di ricattarlo per i suoi scopi.
    Prendi ancora una simile iniziativa e sarai severamente punito.
    Così riprese a camminare, sapendo che avrebbe dovuto obbligatoriamente recarsi su Muunilist nei giorni successivi.
     
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    Il giorno della partenza era arrivato e Karix si stava dirigendo verso la parte dello spazioporto adibita alle navi private. Da lì sarebbe partito alla volta di Muunilist, per incontrarsi segretamente con Posito. Sapeva bene che sarebbe stato difficile togliersi da quella situazione e che quell'uomo avrebbe cercato di coinvolgerlo per i suoi piani. Maledizione a quello stupido subordinato! Cosa credeva, che dando a quel banchiere quell'informazione lui avrebbe appoggiato di nuovo la loro causa e che avrebbero vinto subito? Non sapeva che le probabilità di successo in quel momento erano nettamente minori, al punto da far capire allo stesso nobile che non valesse più la pena cercare di ottenere il potere. Il problema era anche che non sapeva cosa gli avrebbe proposto Posito, aveva cercato di informarsi senza però successo, quindi non aveva potuto elaborare un discorso per persuaderlo a non coinvolgerlo ulteriormente.
    All'improvviso un umano gli si avvicinò.
    Buongiorno, mi chiamo Perz. Ho sentito che lei è un nemico di Tyber. Anche io lo sono e mi chiedevo se potessimo unire le forze.
    Era arrivato così in fretta che le guardie del corpo non avevano potuto fermarlo.
    Prego?
    In un primo momento pensò che potesse essere una spia. Tuttavia lo lasciò parlare. Quando poi arrivò a dirgli del nexu Karix concluse di trovarsi davanti semplicemente un cretino. Ciò salvò la vita al novo arrivato. Sarebbe infatti bastato un cenno alle due guardie del corpo e queste avrebbero comunicato a dei colleghi che ci fosse una minaccia da eliminare e di cui poi far sparire il cadavere.
    Molto interessante. Adesso sono occupato, ma vede quel vicolo? Incontriamoci lì per le sette così da poter parlare con più calma.
    Disse, per toglierselo dai piedi. Una volta libero, proseguì verso lo spazioporto.
     
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    Il viaggio era stato lungo e quando era atterrato sul pianeta aveva dovuto attendere in disparte, aspettando che uno speeder venisse a prenderlo e non si facesse notare molto. Quindi era entrato nell'edificio da una porta laterale. Non era stato chiamato per svagarsi. Molto probabilmente chi lo attendeva sarebbe andato subito al dunque. Entrambi sapevano che quello era una delle classiche conversazioni che ufficialmente non ci sarebbero mai state.
    Arrivò nell'ufficio di Posito. Gli venne data la possibilità di prendere qualcosa da bere, ma Karix rifiutò. L'altro non perse tempo.
    Sa perché l'ho chiamata qui?
    Iniziò il muun.
    Ho delle ipotesi, ma non ne sono certo. Suppongo però che lei pensa che possa esserle utile.
    Rispose il nobile.
    Non sbaglia. Vede, potrebbero esserci delle possibilità per la sua causa. Quando ho saputo che è stata individuata la base dei mercenari che l'ha fermata e che al momento ha poche difese ho intravisto una possibile strategia. Se riuscisse a prendere il controllo di quel luogo potrebbe allargare le sue file utilizzando le industrie occupate. Potrei finanziare l'impresa e alcuni dei suoi uomini hanno già un piano.
    Karix scosse la testa.
    Lei non capisce la situazione. Prima c'erano i presupposti per una vittoria relativamente facile, adesso non più. Chi mi sosteneva su Geonoesis ora deve fare finta di essere con la regina attuale e i nobili che la seguono. Già occupare la base sarebbe difficile e dubito di riuscire a produrre forze a sufficienza per un secondo attacco, senza contare una reazione da parte dei mercenari. Particolare più importante, anche se potessi attaccare una seconda volta, dovrei vedermela con tutte le forze del pianeta.
    L'uomo d'affari non parve scoraggiarsi.
    Non pensavo a questo, quanto più a mettere su un movimento clandestino all'interno del pianeta. Lei e i suoi uomini potreste coordinarlo e appoggiarlo con le truppe a vostra disposizione. A lungo andare dovrebbe destabilizzare i governi a lei ostili.
    La classica guerra asimmetrica. Solo che sarebbe stato Karix ad essere in svantaggio.
    Assumersi questo rischio, lottare con così tenacia per una probabilità di vittoria così bassa? Lei è pazzo.
    Il muun rimase composto, quasi non fosse stato offeso. Quindi proseguì con voce amichevole e un pizzioco provocatorio.
    Ha già abbandonato la speranza per gettarsi nella rassegnazione? Mi aspettavo più tenacia.
    La speranza aveva spesso mosso la galassia. Era stata la speranza a permettere ai Ribelli di vincere sull'Impero ed era stata la speranza a permettere al Primo Ordine di riprendere a lottare, sebbene quest'ultimo non amasse ammetterlo.
    La speranza è per gli sciocchi.
    Così pensava lui. Di certo la speranza non era per gli opportunisti quali Karix.
    Mi aspettavo di più da lei.
    Sembrava deluso.
    Però abbiamo investito troppo su Geonoesis per accettare questa sconfitta.
    Lo immaginava.
    Però dovrete continuare senza di me.
    L'altro erò sapeva di poterlo controllare.
    Mi dispiace, ma allora non credo che potrà contare di tutto l'aiuto per il suo asilo e neanche la sua regina.
    Karix si infuriò.
    Lei mi ha sempre assicurato che non avrebbe avuto alcun potere su di lei. Così che potessi andarmene.
    Già e avrebbe avuto mantenuto la parola.
    Certo, lei è liberissimo di andarsene quando vuole, così come io non ho alcun potere su di lei. Tuttavia il potere sulla regina lo hanno i capi come lei. Se lei decidesse di andarsene, ma la maggior parte dei capi decidesse di rivolgersi a me, capirebbe che non potrebbe più proteggerla e io mi sarei meno motivato a farlo, nel caso le cose si mettessero male.
    Il geonosiano si sentì quasi in trappola.
    Se fallirà ancora, le prometto che allora avrà da me tutta la protezione possibile, così come gli altri capi e la futura regina.
    Disse in tono di voce suadente. Se avesse fallito, l'altro però avrebbe perso altre risorse e non era certo che onorasse la parola.
    Voglio qualcosa come garanzia che la promessa venga onorata.
    L'altro sorrise.
    Adesso iniziamo a ragionare.
    Era quella la parte importante del sapere negoziare, capire cosa volesse l'altro.
    Lei sa che le probabilità di vittoria sono basse.
    Lo avvertì.
    Non mi importa. Se non potrò ottenere le tecnologie geonosiane mettendo lei al potere, le otterrò usando il nuovo movimento clandestino. Personalmente non mi cambia molto.
    La discussione andò avanti, ma ormai aveva preso una piega che difficilmente sarebbe cambiata. Ciò che era accaduto sul pianeta avrebbe avuto un seguito.
     
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    Era dovuto tornare su Nal Hutta. Alcuni dei capi si trovavano lì e soprattutto aveva bisogno di contattare la consular dove riunire tutti per parlare delle decisioni da prendere. La notte era fredda e non si vedeva molto. La nebbia per le strade non aiutava molto. Fortunatamente entro breve sarebbe entrato nel centro abitato e la visibilità sarebbe migliorata enormemente. Da lì non gli sarebbe voluto molto per raggiungere l'appartamento che gli era stato concesso. Le case si fecero più frequenti e finalmente fu nella cittadina. Fu allora che accadde ciò che non si sarebbe mai aspettato, anche perché si era quasi dimenticato della cosa.
    Finalmente. Certo che ce ne ha messo di tempo ad arrivare.
    Il geonosiano lo guardò perplesso.
    Prego?
    Domandò, chiedendosi se fosse uno che aveva lavorato per lui.
    Mi aveva dato appuntamento qui.
    Ora ricordava. Il cretino era proprio dove gli aveva detto di aspettarlo!
    Ma mi ha aspettato lì per quattro giorni?
    La cosa lo incuriosì non poco.
    Non esattamente. Mi sono allontanato per mangiare e dormire, ma per il resto sono rimasto qui.
    Ma quello era proprio scemo forte.
    Capisco. Mi farebbe la cortesia di aspettarmi altri cinque minuti? Metto giù i bagagli e vengo da lei.
    L'altro abboccò.
    Certo.
    Quindi il nobile andò via ridacchiando, chiedendosi quanto ci avrebbe messo a capire che lo aveva preso in giro. Almeno quell'incontro era riuscito a metterlo di buon umore.
     
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    L'incontro avvenne a bordo della consular. Era lì che i capi decidevano sul da farsi e sarebbe stato lì che avrebbero deciso se continuare nei loro intenti o se abbandonare la lotta. Molti avevano atteso negli alloggi della nave per alcuni giorni. Girare per la galassia non era sicuro, quindi non ci si poteva permettersi di viaggiare tutti contemporaneamente. Ciò avrebbe aumentato la possibilità che uno di essi venisse intercettato e magari che un loro nemico capisse dove intendevano incontrarsi.
    Finalmente però erano riusciti a incontrarsi tutti e sedevano alla tavola.
    Sapete già perché vi ho convocato qui. Dobbiamo decidere se continuare a perseguire la nostra causa o se organizzare le nostre vite accettando l'esilio.
    Karix non aveva continuare e aveva pensato a uno stratagemma per evitare di farlo. Perché se tutti fossero stati d'accordo nel ritirarsi a vita privata, nessuno avrebbe potuto ricattarli minacciando la loro regina o negando loro asilo. Se fossero stati uniti bene o male sarebbero riusciti a trovare ospitalità con sicurezza. Doveva però assicurarsi che quasi tutti fossero con lui.
    Come sapete ci sono state delle novità. Abbiamo la possibilità di attaccare un nemico che ignoravamo e riprendere le sue risorse per ricostruire un'armata. Ovviamente ciò comporterà dei grossi rischi. Vi esporrò vantaggi e svantaggi che comporteranno continuare nella nostra causa o accettare l'esilio.
    Aveva preso degli impegni e non poteva dire apertamente che intendeva abbandonare quell'impresa, visto lo stato delle cose. Tuttavia avrebbe benissimo potuto far finta di essere naturale e mostrare come fosse più ragionevole, a livelli di vantaggi, non perseguire l'obiettivo che aveva promosso inizialmente.
    Parlò a lungo e poi condusse il dibattito.
    Adesso è il momento di votare. Chi è favorevole a non continuare in quest'impresa, alzi la mano.
    Pensava di alzarla lui stesso, così da influenzare gli altri. Tuttavia quando vide che ad alzarle furono in pochi, si trattenne dal farlo, per non apparire un vigliacco.
    Adesso votino i favorevoli.
    La quasi totalità alzò la mano. Il nobile avrebbe voluto almeno astenersi, tuttavia di fronte a una maggioranza così schiacciante si rese conto di rischiare di perdere il rispetto degli altri capi. Quindi, suo malgrado, dopo un po' l'alzò anche lui.
    Abbiamo votato.
    Per colpa di quei cretini avrebbe dovuto continuare in quell'assurdità.
     
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